Un amore del primo Novecento 

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Lettere d’amore, di Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti, Quodlibet 2019

Un amore del primo Novecento 

Il prossimo 23 aprile il prof. Franco Contorbia avrebbe presentato nella nostra biblioteca le Lettere d’amore di Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti, pubblicate la prima volta nel 1951 e mai più ristampate fino all’uscita di questo libro, curato da lui stesso, con la casa editrice Quodlibet, nel giugno 2019. 
In attesa di recuperare questo appuntamento, proponiamo la lettura di questo epistolario databile tra il 1907 e il 1910. Lo leggeranno con piacere i bibliofili e gli appassionati di intrighi a base letteraria, perché la storia dei manoscritti originali del centinaio di lettere che i due poeti si scambiarono nel corso di tre anni è un vero giallo - “un puzzle filologico, archivistico e bibliografico” - come ci racconta Franco Contorbia nella bella postfazione. 
Piacerà sicuramente agli appassionati di Gozzano, perché nella corrispondenza si intravede “l’atto di nascita della signorina Felicita”. Appassionerà, poi, quanti amano leggere storie d’amore. Quella tra i due poeti è “sbilanciata e faticosa”: da un lato un “Gozzano attratto, poi riluttante”; dall’altro una “poetessa accanita, emancipata e vitalissima, che forse metteva anche paura”. Ma Amalia si riscatta con la forza del suo sentimento, se Gozzano le scrive “Ragiono, perché non amo: questa è la grande verità. Io non ti ho amata mai” (Guido - 30 marzo 1908); lei risponde: “Ti bacio sugli occhi lungamente e su la bocca in fretta, per non morire” (Amalia – 3 aprile 1908). Queste lettere piaceranno, inoltre, perché raccontano, splendidamente, e attraverso una chiave di lettura umanizzata, uno scenario borghese, quello dei salotti del primo Novecento. 
E infine contengono un riferimento alla malattia, che è parso molto attuale: “Io ho, da mesi e mesi ormai, l’illusione di essere un cenobita! Vietate tutte le distrazioni che, a me specialmente, sono le uniche cose che fanno la vita degna di essere vissuta… E infatti da questo cervello non è più balzato un verso che valga… un bottone. […] La mia salute va relativamente meglio. Ma figuratevi che da mesi porto una maschera inalatrice, giorno e notte e quell’ordegno che mi chiude in una rete metallica quasi tutto il volto mi dà l’aspetto rimbecillito di un palombaro …” (Guido - 3 agosto 1907).

Per approfondire:

https://www.quodlibet.it/recensione/3774 (Paolo Mauri, Il Gozzano innamorato, su Robinson 19 ottobre) 

L’edizione originale del 1951 è disponibile in bct, per sola consultazione, nella donazione Frateili

http://www.umbriacultura.it/SebinaOpac/resource/lettere-damore/UM10695913?tabDoc=tabloca

PM